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Ogni Iliade ha la sua Odissea. Così pure questa mia epopea ha le sue fatiche del ritorno. Niente streghe, ciclopi o Proci per mia fortuna. Né anni di lontananza da casa. Solo la tediosa monotonia di pullman, aereo, treni e notte in bianco.
Accuso il colpo salendo di prima mattina sul pullman che mi riporta a Santiago. Dopo giorni di libertà, ritrovarmi bloccato per quasi tre ore su un bus che fa tutte le fermate, dovendomi sorbire il fastidioso chiacchiericcio di vicini troppo vicini, mi provoca effetti claustrofobici.
Resisto, non ho altra scelta, non posso qui accelerare o rallentare il passo come ho fatto per giorni in casi simili.
A Santiago, offrendomi un parziale profumo di casa, mi aspettano Fabio e Lorenzo, che ho conosciuto una sera sul cammino, e con cui pranzo insieme e visito la città. Anche loro, sebbene per un'altra destinazione, hanno il volo alla mia stessa ora.
All'imbarco trovo piacevole conferma alla correttezza dei principi percettivi della Gestalt: l'insieme è più della somma delle sue componenti. Ovvero, "bemedetto" nome presente sulla mia boarding pass non viene rilevato come diverso dal nome presente sul mio documento. Molto bene.
Acquisto sull'aereo il biglietto per il pullman per Milano. Scopro tuttavia che c'è un autobus di un'altra compagnia che parte prima. Nella speranza di trovare un treno per casa decido di investire altri 5 euro e alle 23.30 sono in stazione centrale. Ma niente da fare, il primo treno utile ci sarà alle sei.
Non intendo in ogni caso andare in hotel, aspetterò. Decido però di andare in pizzeria, se non altro per accorciare un po' la lunga notte. Quando esco ripasso dalla stazione e vedo sul pannello un intercity che ferma a Parma con 80 minuti di ritardo (doveva partire prima del mio arrivo). Mi reco al binario, dove il treno è in partenza. Chiedo alla capotreno di fare il biglietto a bordo, mi spara una cifra altissima e, alla mia reazione stupita, mi dice che sono queste le tariffe sul treno. Poi mi guarda e mi dice di andare a sedermi nella terza carrozza... Non rivedrò né lei né un qualche suo collega su quel treno.
Due ore di attesa prima del regionale per Bologna. Poi scopro la comodità dell'acquisto con IPhone del biglietto in tariffa super-economy sul Frecciarossa per Firenze. Alle 6.50 sono a Santa Maria Novella.
Ho camminato per 850 chilometri, ho conosciuto tante persone, pensato molto, superato la sfida con me stesso, visto il tramonto sull'oceano. Non so se sono sempre lo stesso, se torno arricchito o se ho solo fatto trekking. Dovrei avere perso un paio di chili; trovato un'idea per un progetto che mi entusiasma; compreso chi è veramente importante nella mia vita.
Altro forse lo capirò nei prossimi giorni, sedimentando i ricordi, ritrovando il sonno perduto.
Adesso, dopo avere mondato i peccati sul Cammino, è decisamente arrivato il momento di lavare per bene anche me e i miei abiti.
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