.....segue
Mercoledì, decima tappa: Carrión de los Condas (35 km)
C'è il londinese che parla come una lavatrice durante la funzione di centrifuga. Seguito, neanche a farlo apposta, dai due ragazzi di Oxford: impeccabili, come lo stereotipo li vuole. C'è lo spagnolo-svizzero - come lui si definisce - che al mio "oh, yes, from the Spanish part of Swiss", mi risponde, seriamente, che la Svizzera non ha cantoni spagnoli... Bene a sapersi!
C'è la parigina che entra in tutte le chiese. Il polacco con male ai piedi. Lo spagnolo locale che mi ferma chiedendomi se... voglio farmi una foto col suo cane!
C'è la camerata caldissima, puzzolente, in cui russano perfino i muri. E, diciamoci la verità, la Castiglia è piuttosto bruttarella...
Giovedì, undicesima tappa: Sahagún (39 km)
Mi sveglio con una decisione importante: camera singola!
Posso permettermelo (che poi il prezzo oscilla tra i 15 e i 30 euro...) ed è decisamente un aspetto che fa la differenza tra un pellegrinaggio e una vacanza. Ed io sono in vacanza.
E poi, in mezzo al niente, dopo una notte in bianco, 32 km, stanco e scoraggiato, trovo un buon ristorante a ricordarmi che la vita è bella.
C'è José (foto sotto), il mio immancabile compagno di bevute serali che, pur non pianificandolo, incontro oramai da giorni. Mi parla in spagnolo ed infine ho quasi imparato a capirlo. Più o meno.
E stasera cena con noi anche Joy, l'americana il cui nome rende giustizia al suo immancabile sorriso.
Venerdì, dodicesima tappa: Puente Villarente (43 km)
La leggera tendinite alla gamba sinistra è sparita con il Voltaren consigliatomi ieri sera. Durante il giorno appare però alla gamba destra... Spero che avrà analogo destino.
È il turno del francese alto e grosso che mi narra (tutta!!) la sua storia d'amore iniziata sul Cammino con una ragazza italiana rientrata la sera prima. Si chiama Mara (...), mi fa uno strano effetto sentirne parlare.
Arrivato in ostello alzo la tavoletta del bagno e quello che mi sembrava di primo acchito sudicio (strano, la camera sembra pulita) si muove... Assomiglia ad un grosso lombrico che sta sguazzando nel mio water. Valuto per alcuni secondi se andare a protestare. Poi istintivamente tiro lo sciacquone.
Me ne pento quasi subito, quello che poteva essere un soggetto per tanti film horror avrebbe meritato almeno una foto ricordo. Peccato. Controllo più volte se il mio "amico" è tornato, ma deve evidentemente essersi sdegnato per il mio gesto non proprio amichevole.
Sabato, tredicesima tappa: Hospital de Órbigo (47 km)
Stamani sono passato da Léon, ho visitato la cattedrale (stupenda!) e fatto un giro in paese. Finalmente una bella città! Meriterebbe un weekend ryanair tutto per lei.
Oggi ho incontrato ranocchi, conigli, oche, papere, galline, mucche, un cerbiatto che mi saltellava davanti, la transumanza di un intero gregge di pecore ed un cane che viaggiava sopra ad un mulo.
Faccio molta strada, ma ne vale la pena, giungo infine ad un ostello con cucina biologica, personale straordinariamente gentile e, se domani voglio dormire un po' di più pure lezione di yoga mattutina. Non hanno camere singole ma sembra comunque essere un angolo di paradiso!
La sconfortante monotonia castigliana è finalmente finita.
segue....
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