.....segue
Domenica, quattordicesima tappa: Rabanal del Camino (36 km)
Dopo un'oretta di cammino, o poco più, lungo strada accanto ad una casa diroccata, incontro un chioschettino di bibite biologiche, caffè e frutta secca. Accolgono il passante con l'invito a consumare gratuitamente quanto desidera. "Questa è casa tua, restaci quanto vuoi, prendi ciò che vuoi" ti dicono. Un'offerta, libera in una cassetta non in vista, è accettata ma non richiesta.
Ti salutano con un abbraccio e ti lasciano addosso una sensazione felice!
Astorga è molto piacevole, di origine romana, ricca di pasticcerie e ristoranti, con una bella cattedrale e un pittoresco mercato.
Dopo tanto ad accompagnare il mio cammino ci sono degli italiani: simpatici e dalla conversazione interessante.
E poi la sera c'è la cameriera diciassettenne che viene a fare le linguacce mentre mangio...
Lunedì, quindicesima tappa: Ponferrada (33 km)
Oggi tappa di montagna, paesaggio stupendo, città graziosa, ottimo albergo e... "descanso"!!
Martedì, sedicesima tappa: Vega de Valcarce (39 km)
Oggi cammino in solitaria. Iniziano ad esserci molti italiani, troppi per la verità... Fa molto caldo e la strada asfaltata è stressante. Pennichella pomeridiana all'ombra, lungo il torrente.
Mercoledì, diciassettesima tappa: Sarria (53 km)
Stamani mi sento un leone! E si vede, sono salito a O Cerbero in due ore...
Poi ho rincontrato Morgan e poco dopo la coppietta polacca, partita con me il primo giorno da Roncesvalles: baci e abbracci come con vecchi amici! Dubito tuttavia di rivederli nuovamente, oggi ho fatto 53 km...
A metà pomeriggio vedo da lontano un signore che cammina con due zaini, il suo e quello del figlio quindicenne. Affretto il passo per raggiungerlo. E ne vale decisamente la pena, rido ed ascolto racconti magnifici per le mie ultime tre ore di camminata.
Giovedì, diciottesima tappa: Ariexe (40 km)
Troppa gente (non appena giunti ai cento chilometri da Santiago è spuntata, come i funghi dopo un giorno di pioggia), tanto che In parte si perde l'abitudine di salutarsi incontrandosi - come in città. Troppo umido, troppi cani, troppe vacche (e troppi escrementi lungo strada!!).
Compro il biglietto per il ritorno. Lo faccio dopo pranzo. Il menù del giorno include il vino (una bottiglia, si sia soli o in più, e che io bevo..) e per la prima volta in vita sbaglio a scrivere il mio nome. Sulla carta d'imbarco Ryanair... Boh, speriamo mi facciano partire.
Poi nel pomeriggio, come di consueto, camminare diviene più piacevole, meno pellegrini ma molto più disponibili all'incontro. Il sole è alto ma non troppo caldo, il paesaggio è stupendo.
Mi addormento prestissimo. Dopo mezz'ora sono già sveglio, colpa dell'adrenalina! Mentre tento di riaddormentarmi mi accorgo di avere la fronte caldissima. Sto bene, non credo sia febbre. Fatto sta che brucio. Metto la testa nel lavandino e faccio scorrere l'acqua fredda sulla fronte. Funziona, dopo un po' mi addormento.
Venerdì, diciannovesima tappa: Arzuá (39 km)
Oggi, in vista di Santiago, cercavo un pazzo con cui fare tutta una tirata ed arrivare in nottata. Non l'ho trovato - per fortuna forse, visto che a metà strada mi sento già molto stanco.
Arrivo ad Arzuá in cerca di una camera. Una receptionist gentilissima mi informa che c'è, ma stasera ci sarà la festa del paese e molto rumore... Mi consiglia di recarmi all'ultimo hotel, fuori paese. È un po' caro ma hanno una stanza - si spera - silenziosa.
In Galizia sono apparsi, miracolosamente, i bidè! Bene.
Santiago dista 38 chilometri. Altri 90 per arrivare a Finisterre.
Mi guardo allo specchio: non ho per niente una bella cera.
segue....
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