6 nov 2010

Acquario


Anni fa, molti oramai, un merluzzo si interessò ad un'alborella. E lei a lui.
Li presentarono una sera amici in comune e ben presto si ritrovarono intimi.
L'attrazione era - ed è - tanta. Talvolta lui trascorre serate intere a ricordare i bei momenti. Talaltra lo fa lei. Capita, sì, anche che lo facciano insieme, ma raramente.

Parliamo di ricordi perché attualmente vivono ognuno nelle proprie acque. Le differenze tra loro non sono poche: l'uno è un grande pesce, l'altra piccolina; lui predilige il freddo del profondo nord, lei no; lui chiede acqua salata, lei dolce.

Così li ha fatti la Natura. Che però non si è premunita di avvertirli. Insomma, le differenze di gusti e tendenze certo erano evidenti, chiaro non era che fosse per una differente natura. Quantomeno non era chiaro a loro che interpretavano le naturali tendenze dell'altro come errori, imperfezioni o - perfino - cattiverie.

Tentarono pertanto di cambiarsi. Lui a lei e lei a lui.
Eppure i cuori battevano forte, talvolta perfino all'unisono.
Infine si trasferirono in un acquario tutto loro.
Ed ognuno di loro tentò di cambiare l'acquario...

Più che altro di adattarlo alle proprie esigenze. Per lui era sempre troppo caldo, per lei troppo freddo - per lui troppo dolce, per lei troppo salato. Concordavano però sul fatto che l'altro sbagliasse, che non comprendesse i giusti gradi Celsius e di salinità consoni alla vera vita. Si arrabbiarono moltissimo.

Eppure il cuore continuava a battere forte... Quindi dopo ogni litigio tornavano a cercarsi.
Ciò finché tante discussioni resero così malsana la salinità dell'acqua ad entrambi che dovettero tornare ognuno nel proprio habitat.

Finalmente la giusta temperatura. Un sollievo per dei poveri pesci affaticati, un piacere poter sguazzare liberamente in acque aperte.
Almeno finché non si voltarono a guardare l'acquario. Perché quella prigione ha ancora tanto potere attrattivo? Cosa si strugge nei loro piccoli cuori?

Se lo domandarono per mesi. Non si erano più visti, faceva troppo male. Finché forse fu il non vedersi a dolere di più. Si incontrarono dunque una volta. Poi un'altra, un'altra ed un'altra ancora. Molta acqua nel frattempo era passata sotto i ponti. Altri sapori li avevano cambiati ma, scavando un po', si ritrovavano quelli conosciuti. Quelli che facevano battere il cuore, come quelli che rischiavano di ferirlo.

Che fare adesso?
Merluzzi e alborelle, si sa, non sono parenti di volpi e faine - e la situazione non è certo semplice.
L'apprendere che, da natura e non da cattiveria, nascono le differenze, può insegnare il rispetto che troppo spesso è mancato. Ma come fare con salinità e temperatura?
Nel dolce sta male l'uno, nel salato l'altra; nel caldo soffre uno, nel freddo l'altra. Nel tiepido e nel poco salato patiscono entrambi!

Forse esiste un modo per rendere un acquario - o anche solo un bar, un albergo, un qualsiasi luogo in cui incontrarsi... - contemporaneamente caldo e freddo, dolce e salato?
Il "buon senso", con la codardia che sempre gli è propria, risponderà di no.
Nelle favole tuttavia perfino i pesci non sono codardi. Cauti forse, attenti o previdenti, ma non codardi.

Tenteranno pertanto di capire cosa li attrae e perché.
E se, per scienza o per magia, un acquario potrà mai essere contemporaneamente caldo e freddo, dolce e salato.

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