2 set 2011

horror vacui



Con cosa riempirò questi spazi? Giacché incolti offrono dolore.
Se il ciclo delle colture si interrompe
le malerbe prenderanno il sopravvento.

Che sia lo spavento di guardare nel vuoto? Sbircio
e mi ritraggo oppresso. Cerco un diversivo nel quale
scordare non so più neppur io cosa. Ma non scordo,
annebbio, diluisco, frammento, sgretolo, ma non scordo.
Eppur non so più cosa.

Perché, oh diversivi, durate così poco?
Dietro di voi ogni volta un deserto difficile da coltivare,
da irrigare col vino, da nutrire col sesso, da sedurre
con la poesia.

Potrei, sì, guardare oltre il vuoto.
Ma come farlo senza esserne risucchiato?

Gli "schizzi vocali" sono privi della metrica e l'eleganza di una vera poesia ed io non sono un vero poeta. Amo però intingere nel calamaio delle parole e con esse tratteggiare il mio pensiero. Chiamerò ciò "schizzi vocali".

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