2 mag 2013

Sei spontaneo?

Arriva il momento in cui, a seguito della domanda "sei spontaneo?", sorge il bisogno di domandarsi prima: ma che vuol dire essere spontaneo?

Malgrado l'uso abituale del termine fin da bambini, esso lascia in bocca un vago sentore di ambiguità, per il quale spesso la migliore cura è offerta da un vocabolario. Si scopre così che "spontaneo significa:

  1. Che è fatto liberamente, di propria volontà, senza coercizione o influenza esterna
  2. Che nasce e si manifesta prontamente e naturalmente nel proprio animo: istintivo, naturale
  3. Schietto, sincero, privo di finzione, di artificio
  4. BIOLOGIA: di fenomeno, che avviene per legge naturale, senza l'intervento dell'uomo
  5. FISICA: di processo termodinamico che avviene senza l'intervento di una causa agente esterna
  6. LINGUISTICA: di mutamento fonetico che non è determinato dall'influsso del contesto

Il denominatore comune consiste nell'esclusione di intervento esterno (per quanto il terzo significato potrebbe anche adattarsi alla sincera accettazione di una coercizione esterna). Gli ultimi tre significati sono inerenti contesti specifici. Il terzo significato riguarda la manifestazione di un comportamento. Ad essere particolarmente interessanti sono i primi due significati: sia perché riguardano entrambi la genesi del comportamento, sia perché sono a ben vedere antitetici tra loro...

Il primo significato, più aderente all'origine etimologica (spònte = di volontà), prevede un atto che deriva dalla propria volontà; il secondo, più aderente all'accezione di uso comune, parla di origine istintiva. In entrambi i casi l'origine del comportamento non è una coercizione esterna. Sapere cosa qualcosa non sia comporta tuttavia solo un piccolissimo passo nel sapere cosa sia.

Derivare il significato di "spontaneo" dal denominatore di "non soggetto a coercizione esterna" lascia spazio alle seguenti alternative:
  • Si tratta di un atto di volontà (Capacità dell'uomo di prendere con consapevolezza una decisione per la realizzazione di un determinato scopo, adeguando a esso il proprio comportamento)?
  • Si tratta di istinto (Impulso naturale per cui gli esseri viventi compiono determinati atti utili o necessari alla propria conservazione, senza l'intervento della volontà o del ragionamento)?
  • Si tratta di risposta condizionata (tipo quelle cui la pubblicità ci ha da tempo abituati...) e pertanto, sebbene non a coercizione, sia comunque dovuta ad una forte influenza esterna?
La differenza non è certo da poco, né quanto alle cause, né quanto alle conseguenze.
Nel primo caso si sta attuando una decisione consapevole per uno scopo definito; nel secondo si sta seguendo un istinto; nel terzo si sta inconsapevolmente svolgendo il ruolo di marionette. Quindi che cos'è spontaneo??

Una tendenza diffusa a molti filosofi, sociologi, economisti e - ahimè - anche psicologici glissa il problema negando o sminuendo la prevalenza di istinto o condizionamento, in modo di ridurre ogni comportamento a: voluto, o imposto dall'esterno. Atteggiamento forse rassicurante ma tanto poco utile quanto poco realistico.

Relativamente all'accettare la possibilità di influenzare il comportamento di un altro soggetto le resistenze poste si limitano per lo più al caso in cui "l'altro soggetto" si sia noi! Resistenze di orgoglio! Non cognitive dal momento che si riconosce facilmente che, sugli altri (...), pubblicità o propaganda facciano effetto.

Quanto al comportamento istintivo invece, alle pur presenti resistenze di orgoglio che ci fanno illudere di essere gli unici padroni delle nostre azioni, si uniscono difficoltà teoriche.
Che cos'è l'istinto? Le definizioni datene dall'etologia e la psicologia aggiungono, alle pur presenti condizioni previste dal vocabolario di "non intervento di volontà o ragionamento", la condizione di "non dovuto all'apprendimento": ovvero di innato. Nel comportamento animale si osservano molti schemi comportamentali innati che si manifestano immutati a prescindere dalle condizioni di sviluppo del soggetto. Nell'uomo, assumendo come istintivo un pattern comportamentale rigido e definito, si contano unicamente alcuni, pochi, riflessi (ad esempio il riflesso patellare: quello del ginocchio).

Molti orientamenti teorici chiudono qui l'argomento istinto nell'uomo, sostenendo in pratica che, a parte rari e ben poco significativi riflessi fisiologici, l'istinto non esista.

Freud sviluppò il concetto di "pulsione" per spiegare i moventi inconsapevoli che condizionano le condotte umane. Per Freud, sebbene la psicoanalisi successiva ne abbia modificato il significato, le pulsioni avevano base biologica, rendendo la distinzione con il termine "istinto" più formale che concettuale (come testimoniato anche dall'uso del termine nel linguaggio comune).

Recentemente un nuovo approccio psicologico, la Psicologia Evoluzionistica, rivaluta il ruolo delle predisposizioni comportamentali biologiche. Essa testa finalmente sull'uomo, senza pregiudizi antropocentrici, i principi della selezione naturale e sessuale trovandone numerose conferme empiriche. La base di tali predisposizioni (non determinazioni..!) è genetica e pertanto biologica. Forse il disporre di già molti nemici, tra le file degli studiosi punti nel loro orgoglio antropocentrico, ha suggerito ai ricercatori di questa disciplina di non tirare in ballo nei loro scritti il termine "istinto". In verità l'accezione scientifica di istinto, limitata ad un pattern comportamentale predeterminato, non sarebbe pertinente in quanto tali predisposizioni genetiche sono nell'uomo (e non solo) fortemente adattive agli impulsi ambientali e su di essi modulate. Assai pertinente sarebbe tuttavia l'accezione di uso comune del termine, e data dal vocabolario citato, di impulso al comportamento privo di volontà o ragionamento (conscio).

Beh, ritornando alla domanda originaria "sei spontaneo?", dopo questo excursus, direi che, visto che la maggior parte dei comportamenti umani avvengono senza una esplicita coercizione esterna, e visto che questa è l'unica condizione che il termine è in grado di escludere, la risposta consista nel ritenere piuttosto inutile tanto la domanda quanto ogni altra risposta.
Assai più utile domandarsi: i miei comportamenti non imposti dall'esterno da cosa sono prodotti?

3 commenti:

  1. Se escludiamo l' "istinto", ti si può leggere per "atto di volontà", il cui fine è quello di riuscire ad osservare le medesime cose con occhi differenti. ;) M.

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