20 dic 2013

psicologia del conflitto tra i sessi

Molti dei nostri comportamenti, letti alla luce della moderna Psicologia Evoluzionistica, mostrano di essere coerenti con le previsioni delle teorie della selezione naturale e sessuale. Poiché una predisposizione genetica può diffondersi nella popolazione unicamente se il suo portatore ha avuto accesso alla riproduzione, molti studi si sono concentrati sul diverso ruolo dei sessi e sul conflitto che tra essi si genera nella nostra specie.

Prima di esporre brevemente cause e conseguenze di tali differenze ritengo tuttavia necessarie alcune premesse:
  • Innanzitutto è necessario tenere bene a mente che ogni qualvolta si afferma che uomini o donne si comportano in un determinato modo si sta parlando del comportamento maggiormente diffuso. Possono - e così di fatto è - coesistere strategie alternative, che si diffondono in una popolazione in modo da risultare il migliore equilibrio. Ovvero, in termini semplici, il migliore comportamento per un soggetto è lo stile nel quale riesce meglio, ma unicamente finché nel suo gruppo coesistono anche stili complementari: per fare un esempio, adottare uno stile aggressivo è vantaggioso se esistono individui remissivi, se non esistessero lo stile non sarebbe vantaggioso. Questo spiega la diversità di comportamenti tra diversi individui di uno stesso sesso.
  • Esiste inoltre, tra diversi soggetti, anche osservandoli sulla base di una comune strategia, una varianza statistica (spesso descritta da una curva di distribuzione detta Gaussiana) che, presentando diverse intensità in cui si manifesta un comportamento, ha funzione evoluzionisticamente adattiva (e pertanto protettiva) per la specie.
  • Sottolineo infine che siamo portatori di predisposizioni biologiche ad un fenotipo, non di determinanti di un fenotipo, di una "pulsione" per determinate preferenze, che può o meno essere seguita. Per quanto più ne siamo inconsapevoli, o ne neghiamo l'esistenza, più è altamente probabile che la seguiremo.
Ciò premesso - utilizzando studi cross-culturali, confronto con altre specie, questionari self report, osservazioni, dati socio-statistici, neuroimaging e studi genetici - si riscontra concordanza nella scelta del partner con quanto previsto dalla teoria evoluzionistica.
La teoria dell'Investimento Parentale trova conferma nei comportamenti di scelta sessuale adottati da maschi e femmine, in specie diverse, in funzione di costi e benefici offerti dall'accoppiamento. Nell'uomo e negli altri mammiferi la femmina è più selettiva e meno disponibile, ma accade esattamente l'opposto in specie (molti aracnidi, alcuni uccelli, pesci, eccetera) nelle quali l'accudimento della prole (o la produzione di spermatofore) è a carico del maschio. Ciò suggerisce - e trova conferma empirica - che il comportamento sessuale e le preferenze per la scelta del partner siano coerenti con il ruolo biologico.

Preferenze femminili nella scelta di partner a lungo o a breve termine

La donna produce un'ovulazione mensile, se fecondata porterà in grembo un figlio per nove mesi e sarà poi impegnata per molto tempo nel suo accudimento. Per tutto questo tempo avrà scarso interesse riproduttivo verso altri potenziali partner e sarà più vulnerabile, dovendo proteggere sia se stessa che la propria prole. Non stupisce perciò una minore disponibilità verso rapporti occasionali e una maggiore selettività nella scelta del partner.

Il partner per lei migliore è quello capace di offrirle buoni geni e protezione. Il migliore indicatore della qualità genica è la bellezza. I migliori indicatori di capacità di protezione sono l'interesse ad offrirla e la possibilità di offrirla. Ogni qualvolta il partner ideale non è raggiungibile viene effettuato un più o meno consapevole compromesso tra il proprio valore percepito e quanto è raggiungibile. In questi casi, nella scelta di partner a lungo termine, gli studi mostrano che la donna predilige la protezione.

Gli indicatori di potenzialità di protezione sono infatti quelli maggiormente correlati alla scelta femminile. La possibilità di protezione si suddivide in protezione fisica ed accesso alle risorse, condizioni solitamente associate - nelle società ancestrali, dalle quali ereditiamo le predisposizioni biologiche - al maschio dominante. In società complesse come la nostra questi elementi possono essere declinati in diverse accezioni di dominanza sociale, tutte, in media apprezzate delle donne:
  • ricchezza
  • posizione sociale
  • prestanza fisica
  • determinazione, aggressività, coraggio
La disponibilità alla protezione - senza la quale ben poco conta la presenza della possibilità - è indicata da:
  • affidabilità
  • impegno
  • amore per i bambini
La bellezza, e pertanto la possibilità di offrire "buoni geni" alla prole è indicata da alcuni indicatori di salute validi per entrambi i sessi:
  • volto simmetrico (sviluppare un volto simmetrico è biologicamente costoso ed accessibile solo a soggetti sani durante l'infanzia/adolescenza).
  • pelle sana (indica presenza attuale di salute).
e indicatori specifici per l'uomo legati alla possibilità di proteggere:
  • altezza
  • ampiezza delle spalle
Per quanto riguarda la preferenza per la scelta di partner a breve termine, fermo restando la minore disponibilità legata al rischio generativo (i contraccettivi non hanno avuto il tempo di entrare nelle nostre predisposizioni biologiche...), le preferenze si concentrano prevalentemente sulla bellezza. Sia in un periodo definibile "di prova", nel quale la funzione della scelta dei partner è analoga a quella ricoperta, in molte specie, dal gioco come mezzo per apprendere tecniche di caccia. Sia, e specialmente, nei casi in cui il ruolo protettivo sia già svolto da un partner ufficiale e ad essere selezionato sia un amante.

Preferenze maschili nella scelta di partner a breve o a lungo termine

I costi riproduttivi richiesti all'uomo sono di natura ben diversa. Biologicamente egli dispone di migliaia di spermatozoi quotidiani ed il suo ruolo si conclude in poco tempo. Se tuttavia vuole essere certo della sopravvivenza della propria prole deve accudire partner e figli. Questo porta a due strategie contemporanee a parallele, distinte dal tipo di interesse che nutre verso il partner.

Poiché i costi che gli vengono richiesti sono in termini di impegno e risorse (limitate), non sessuali; nell'offrire i primi è particolarmente selettivo, nell'offrire disponibilità sessuale non lo è. Le due variabili che quindi intervengo in questo caso sono "quanto impegno richiederà accoppiarsi con una donna", sia prima che (soprattutto!!) dopo l'accoppiamento, e "che valore la donna ha come madre".

Nella scelta di partner a breve termine la variabile estetica, pur apprezzata, diviene molto meno importante, cedendo il posto alla limitata richiesta di impegno. A condizione che la limitata richiesta di impegno sia realmente tale e non una strategia femminile di adescamento che miri a trasformare l'uscita di una sera in una relazione a lungo termine. Poiché nel caso la valutazione maschile di un partner fosse "solo per una sera", non sarebbe poi disponibile a niente di più, e sarebbe allontanato da comportamenti che indicassero tale richiesta, anche se verbalmente smentita.

L'accoppiamento a lungo termine richiede invece al maschio, come anche alle femmine, un grosso investimento. Anch'egli diviene quindi selettivo in modo coerente al suo valore percepito. La natura lo ha predisposto ad indirizzare la propria protezione (la sua "moneta" preziosa, limitata e richiesta) verso partner capaci di offrirgli una prole sana e numerosa. Gli indicatori sono:
  • bellezza: sia i segnali di simmetria del volto e di pelle sana; sia indicatori di fertilità come seni ampi e il rapporto vita-fianchi (indicatore che resiste alle variabili culturali sull'apprezzamento della magrezza).
  • gioventù: la donna perde la possibilità procreativa, l'uomo la diminuisce ma non la perde.
  • indicatori di buon accudimento della prole: dolcezza, disponibilità, affidabilità.
Conflitto tra i sessi

Le diverse strategie cui siamo predisposti comportano numerosi equivoci, fraintendimenti e conflitti. Sopratutto non tenendone conto e considerandoci liberi da esse. La minore disponibilità sessuale femminile, così come l'attrazione maschile per le ragazze più giovani, non sono frutto di una maggiore o minore maturità, non sono migliore o peggiore aderenza a valori e ideali, bensì unicamente coerenza con le proprie predisposizioni biologiche: né più, né meno.

È certamente possibile superare tali predisposizioni - sempre a patto di riconoscerle - ma tale superamento, quale che sia la direzione verso la quale è effettuato, comporta una violenza verso le proprie pulsioni ed è importante non dimenticarsene. Ogni qual volta uno dei due sessi ritiene l'altro immaturo lo sta facendo unicamente sulla base delle proprie predisposizioni, non di supposti, quanto irreali, valori superiori. "Valore superiore" sarebbe bensì riconoscere tanto le proprie che le altrui difficoltà ed instaurare una relazione collaborativa, invece che conflittuale. Collaborativa innanzitutto nella selezione dell'obiettivo, giacché dare per scontato che il proprio sia superiore a quello altrui è già la negazione della collaborazione.

Un ultima parola su una diffusa convinzione. Tutti (beh, quasi...) i miei amici maschi ritengono che le donne non capiscano niente, e tutte (quasi...) le mie amiche femmine ritengono che gli uomini non capiscano niente. Entrambi non capiscono tuttavia che essendo diversi i mezzi necessari ad ottenere i propri obiettivi, divergono anche le qualità che vengono rinforzate. La differenza di "intelligenza" non è quantitativa ma qualitativa. Ed il primo che ritiene la sua, in ultima analisi, la più importante, dimostra per lo più di avere lui/lei capito ben poco.

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