“Il Fonditore di Bottoni” è un personaggio di una pièce di Ibsen del 1867, il Peer Gynt. Se questo sito, per motivi pratici, non fosse stato titolato diversamente, sarebbe stato probabilmente giusto dedicarlo a questo personaggio.
Ho letto l'opera una sera di un paio di settimane fa. L'ho letta con il sorriso di chi incontra le pagine di un grande scrittore, ma ho chiuso il libro con l'angoscia di chi è stato posto di fronte a qualcosa che fa molto male. Per alcuni giorni ho tenuto dentro questa angoscia, poi la reazione ad essa ha prodotto questo forum (e nutro il proposito che produca in me molto di più!). Il Fonditore di Bottoni è il portatore, nel Peer Gynt, di questa dolorosa angoscia e grande opportunità.
Ibsen non ha conosciuto Gurdjieff né la Quarta Via, tuttavia quanto comunicato con la potenza di impatto propria del Centro Emozionale (*) è, a mio avviso, pienamente inscrivibile nella visione propria della Quarta Via.
Peer, nato benestante ma reso povero dallo sperpero del padre, diviene “l'originale” del villaggio di origine, tra tante stranezze seduce e rapisce una promessa sposa ed a causa di ciò dove fuggire. Diviene così seduttore, viaggiatore, ricco uomo d'affari e profeta. Infine, di ritorno, nei boschi di casa, incontra la morte nella veste del Fonditore di Bottoni. Egli gli comunica che morendo verrà fuso, come un bottone mal riuscito, insieme alle moltitudini dei molti altri uomini “non riusciti”, che non abbiano cioè saputo giustificare la loro esistenza, per creare così, come per i bottoni, materia prima per altri uomini. Peer ritiene che debba esserci un errore poiché lui è sempre stato “se stesso”. Questa illusione presto però si dissolverà confrontando meglio il suo vissuto.
La potenza, e la violenza, dell'immagine poetica creata da Ibsen arriva, per chi legga questa storia narrata dalle sua grande capacità letteraria, dritta al cuore, più di qualsiasi spiegazione intellettuale, dolorosa e stimolo come poche sanno essere.
Vedere in ciò angoscia o stimolo tuttavia può essere scelto solo da noi stessi.
(*) L'uso del termine si riferisce all'accezione propria del “Sistema” della Quarta Via. Scrivo questa nota per chi non lo conoscesse. Qui (o in molti libri bellissimi, o chiedendo) può trovare delucidazioni.
Nessun commento:
Posta un commento