4 mag 2012

Silenzi


- Quanto costano oggi le carezze?
- Non lo so, non sono stato al mercato.
Aumentano ogni giorno però.
- Pensi che potremo ancora permettercele?
- Io i surrogati non li digerisco.
- Beh, meglio che niente...

- Credi che ci risponderanno?
- Non lo so, è tanto che non lo fanno. Chissà poi se ancora ci sentono.
- Me lo sono domandato anche io. Ma perché poi non dovrebbero sentirci? Si sarà forse rotto qualcosa?
- Forse non vogliono farlo.
- Già, forse.
- Prendi il barattolo, ci resta ancora qualche carezza. Ti farà bene.
- Ma, quando saranno finite?
- Non pensarci.
- Non sarebbe stato meglio tornare a come era un tempo che le carezze erano gratuite?
- Le carezze non sono mai state gratuite! Sono solo leggende. Non dovresti fartene influenzare.
- Già, ma sarebbe stato bello se fosse stato così però, no?
- Sì, sarebbe stato bello.

- Hai provato a telefonarle?
- Non mi risponde.
- Dieci anni insieme e non risponde al telefono.
- Già!
- Gli altri che ne pensano?
- Non li ho sentiti. La comunicazione è sempre più difficile e quando ci riesco è spesso disturbata.
- Deve essere successo qualcosa.
- Forse. O forse è solo un falso ricordo che un tempo sia stata più semplice. Come per le carezze, può darsi che sia sempre stato così.
- Credo che dovremmo ricominciare da qualche certezza e da lì ricostruire tutto.
- Passami il vino.
- Ok.

- Questo silenzio mi uccide.
- Già. Hai provato a parlare con altre?
- Sì. Si raggiunge il livello fisico. Oltre però sembra mancare la consapevolezza. Ma ho visto anche il contrario: un contatto a livello profondo, senza il livello fisico, e senza consapevolezza...
- E se mettessimo un po' di musica? Potremmo profittare del sole, uscire in terrazza e ballare.
- No, non ne ho voglia.
- Ok, va bene. Resto anche io qui con te.

- Cos'è che ti manca?
- Non lo so esattamente. Mi basterebbe in fondo che non ci fosse così tanto silenzio. Ieri ho provato ad andare in centro ed il silenzio era assordante. Ognuno parlava, da solo, accanto ad altri ma da solo. C'erano i clacson delle auto, la radio nei bar, le voci dei turisti e delle loro guide. C'era l'abbaiare di un cane, le urla di due bambini che si inseguivano, il rombo di una moto. Si poteva toccare l'opprimente sensazione di silenzio. Così ho provato a ricordarmi una poesia, ad ascoltare il vento, a colorare una vetrina.
- Ha funzionato?
- Funziona sempre. La vita è bella. Ma costa fatica però. Ed oggi mi sento così stanco.

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